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venerdì 14 gennaio 2011

DANIELE RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CONCERNENTE LA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Erba alta vicino alle tende, lontano monti innevati, l’aria carica della tensione d’attesa per la caccia: zanne, artigli, muscoli pronti. Daniele si è ritrovato accucciato vicino allo stesso animale che era Daniele stesso. E’ piccolo tranquillo, aspetta di essere pronto per iniziare la caccia, non ha fretta, non ha paura, non è disturbato dai rumori del villaggio. Sì adesso è pronto.
Daniele è in una grotta, la cui uscita è stata chiusa, non sa quando o da chi. Dentro c’è un piccolo fuoco che serve a fare fumo non a scaldare. Daniele sente un odore e lo riconosce, percepisce che non è solo, qualcuno lo sta aspettando. Adesso vede l’altro, è vicino a Daniele, che gli si sdraia accanto. Allora Daniele si alza e vede il suo corpo dipinto con linee bianche, guarda in alto e la grotta si trasforma. Così Daniele si ritrova in una piramide, e riesce a vedere nitidamente l’altro: è un gatto.

C’è un sarcofago e Daniele sa cosa vi è contenuto. Nella stanza/camera della piramide c’è tutto quello che serve ad un viaggio, il suo/loro viaggio. Non sono tanto gli oggetti ad attirare la sua attenzione, quanto le forme delle ombre di questi, che creano un varco, un fiume e una barca. Daniele capisce che arrivato il momento per loro di andare.
Daniele e il gatto iniziano ad attraversare il fiume che è pieno di spiriti morti che cercano di afferrarlo ed è così che Daniele inizia a diventare sempre più piccolo e debole. Vede una luce lontana, sa che è là che vuole andare ma non crede più di farcela. Si rende conto che mentre lui sta diventando sempre più piccolo, il gatto diventa più grande, più forte. Quella forza non la trae da Daniele ma da quel luogo. E’ quel posto che influenza entrambi. Il gatto continua a crescere, è gigantesco, squarcia gli spiriti che si avvicinano troppo, coprendo a proteggere Daniele, lo costringe a riprendere la navigazione e così riescono a varcare e superare la luce.
Daniele e il gatto si ritrovano in un mondo di uomini, qui Daniele ha la percezione che non sono due soggetti divisi lui e il gatto, ma un essere unico. C’è una sola strada ovale e ci si trova ha camminarci con altri. Mentre Daniele vede questa strada una salita gli altri non la vedono tale, sente che hanno paura, quel posto vibra di paura. Daniele si sente osservato perché è diverso, gli si avvicinano, lui gli sorride di un sorriso non amichevole, mostra i denti che sono affilati come quelli del gatto. Adesso non percepisce più la loro paura. Lo lasciano passare, e si ritrova più in alto dove la strada è uguale a prima, ma adesso non sale più nemmeno per Daniele. Da là sopra si può solo cadere, però gli altri non hanno paura. Daniele ricorda che è già stato in quel posto, fu ferito lì, anche gli altri si ricordano di lui, quando spedì tre di loro disotto. A Daniele comincia a far male il braccio sinistro, percepisce che quel posto è pieno di rabbia, di prevaricazione, sente il gatto muoversi nel braccio ferito, gli spuntano artigli, sente dolore, poi spuntano artigli anche nella mano destra. Ecco che adesso Daniele vede che gli altri non sono più tanto ansiosi di andargli contro e infatti gli stanno intorno a distanza. In quel momento ricorda come può andarsene da quel posto: con delle ali e le crea come fossero un’ombra. Poi si volta rapido con gli artigli perché non vuole che gli altri gli si aggrappino addosso e si solleva leggermente per poter uscire. Però Daniele sente il braccio sinistro pesante, il gatto non vuole andare in alto, non vuole tornare più debole. Cerca di convincerlo, gli ordina di andare, alla fine lo spinge verso le ali, finalmente scorre attraverso il braccio la spalla le scapole ed è il gatto stesso che dà forma alle ali. Volano veloci attraversano vari livelli puntando verso la luce, quella più luminosa in alto ed è così che vedono una griglia sferica sull’ultimo livello, però non copre tutta la volta, c’è uno spazio al centro.

Il gatto si sta indebolendo e Daniele lo rassicura, adesso lui a proteggerlo. In quel luogo Daniele si sente il più forte, e può generare luce, le stesse ali sono di luce, allora il gatto torna verso il braccio, poiché non riesce a stare nella luce, finisce per fermarsi nella mano. E’ così che Daniele avverte che sono nuovamente due soggetti distinti, stringe la mano per proteggere il gatto dalla luce e varcano la griglia. Ancora una luce che proviene da una gigantesca sfera luminosa calda, circondata da una luce più rarefatta, più densa, quasi liquida, li inonda. Daniele si trasforma in un qualcosa che non è né uccello, né una manta, è un essere che sta a mezzo tra i due ma non lo è propriamente, è di colore rosso arancio, sull’ala sinistra c’è :una piuma nera: è il gatto.
Daniele vola nella luce attorno alla sfera, non è solo ci sono altri esseri come lui che appaiono e scompaiono pur rimanendo sempre lì. In quella luce scorge come tante finestre, che non sono fisse, si creano quando le cerca, attraverso queste vede altri luoghi della terza dimensione, uno alla volta. Quando Daniele guarda è come fosse lì, e ci guardasse attraverso, gli è possibile mettere delle maschere per farsi vedere, per essere come loro. Accade che lo riconoscono come uno sciamano, un saggio, infatti un gatto può trasformarsi, diventa simboli, immagini, segni che gli altri possono riconoscere. Daniele porta loro la conoscenza per iniziare ognuno il proprio viaggio. Daniele e il gatto non sono più separati.

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