Visita anche il sito dell'Istituto: www.muatsu.it , il sito di Joyfield: www.joyfield.it e il sito di Joytouch: www.joytouch.org

martedì 25 gennaio 2011

mercoledì 19 gennaio 2011

VERONICA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CONCERNENTE LA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Dell’esperienza Veronica ricorda che è stato come se dopo pochi respiri per la percezione del freddo e i denti che batteva, fosse andata incontro alla morte. Veronica è morta. Ha un vago ricordo poi, di aver avuto gli artigli e di respirare come un cane. Veronica ha pianto, un pianto liberatorio, ogni lacrima lavava via qualcosa, leniva, guariva. Quando è rinata, un riso gioioso l’ha pervasa, tutto in lei e di lei rideva. Le facevano male tutti i muscoli del viso da tanto ridere.
Così dopo questo battesimo gioioso, Veronica sente che sta per iniziare un nuovo cammino.

venerdì 14 gennaio 2011

CLEMENTINA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA NELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

L’esperienza vissuta da Clementina la vede immersa in una sostanza palpabile, morbida, densa. Il suo corpo si addentrava in quella sostanza dal braccio e dalla mano e si trasformava.
Poi c’è stato l’intento. Clementina ha avvertito il suo intento, che ha posto come fosse un fiore in uno spazio dove c’era TUTTO. Sì come un fiore messo lì nel TUTTO c’era l’intento e nell’intento c’era la Madre Terra, che la nutriva accompagnandola nel viaggio.
Il ritorno, il risentire il proprio corpo fisico è stato un po’ doloroso, faticoso, pesava tantissimo, muoverlo era difficile. Clementina ricorda che questo rientro al presente ha richiesto una totale attenzione e la convinzione che è in questo presente che TUTTO è possibile.

DANIELE RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CONCERNENTE LA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Erba alta vicino alle tende, lontano monti innevati, l’aria carica della tensione d’attesa per la caccia: zanne, artigli, muscoli pronti. Daniele si è ritrovato accucciato vicino allo stesso animale che era Daniele stesso. E’ piccolo tranquillo, aspetta di essere pronto per iniziare la caccia, non ha fretta, non ha paura, non è disturbato dai rumori del villaggio. Sì adesso è pronto.
Daniele è in una grotta, la cui uscita è stata chiusa, non sa quando o da chi. Dentro c’è un piccolo fuoco che serve a fare fumo non a scaldare. Daniele sente un odore e lo riconosce, percepisce che non è solo, qualcuno lo sta aspettando. Adesso vede l’altro, è vicino a Daniele, che gli si sdraia accanto. Allora Daniele si alza e vede il suo corpo dipinto con linee bianche, guarda in alto e la grotta si trasforma. Così Daniele si ritrova in una piramide, e riesce a vedere nitidamente l’altro: è un gatto.

C’è un sarcofago e Daniele sa cosa vi è contenuto. Nella stanza/camera della piramide c’è tutto quello che serve ad un viaggio, il suo/loro viaggio. Non sono tanto gli oggetti ad attirare la sua attenzione, quanto le forme delle ombre di questi, che creano un varco, un fiume e una barca. Daniele capisce che arrivato il momento per loro di andare.
Daniele e il gatto iniziano ad attraversare il fiume che è pieno di spiriti morti che cercano di afferrarlo ed è così che Daniele inizia a diventare sempre più piccolo e debole. Vede una luce lontana, sa che è là che vuole andare ma non crede più di farcela. Si rende conto che mentre lui sta diventando sempre più piccolo, il gatto diventa più grande, più forte. Quella forza non la trae da Daniele ma da quel luogo. E’ quel posto che influenza entrambi. Il gatto continua a crescere, è gigantesco, squarcia gli spiriti che si avvicinano troppo, coprendo a proteggere Daniele, lo costringe a riprendere la navigazione e così riescono a varcare e superare la luce.
Daniele e il gatto si ritrovano in un mondo di uomini, qui Daniele ha la percezione che non sono due soggetti divisi lui e il gatto, ma un essere unico. C’è una sola strada ovale e ci si trova ha camminarci con altri. Mentre Daniele vede questa strada una salita gli altri non la vedono tale, sente che hanno paura, quel posto vibra di paura. Daniele si sente osservato perché è diverso, gli si avvicinano, lui gli sorride di un sorriso non amichevole, mostra i denti che sono affilati come quelli del gatto. Adesso non percepisce più la loro paura. Lo lasciano passare, e si ritrova più in alto dove la strada è uguale a prima, ma adesso non sale più nemmeno per Daniele. Da là sopra si può solo cadere, però gli altri non hanno paura. Daniele ricorda che è già stato in quel posto, fu ferito lì, anche gli altri si ricordano di lui, quando spedì tre di loro disotto. A Daniele comincia a far male il braccio sinistro, percepisce che quel posto è pieno di rabbia, di prevaricazione, sente il gatto muoversi nel braccio ferito, gli spuntano artigli, sente dolore, poi spuntano artigli anche nella mano destra. Ecco che adesso Daniele vede che gli altri non sono più tanto ansiosi di andargli contro e infatti gli stanno intorno a distanza. In quel momento ricorda come può andarsene da quel posto: con delle ali e le crea come fossero un’ombra. Poi si volta rapido con gli artigli perché non vuole che gli altri gli si aggrappino addosso e si solleva leggermente per poter uscire. Però Daniele sente il braccio sinistro pesante, il gatto non vuole andare in alto, non vuole tornare più debole. Cerca di convincerlo, gli ordina di andare, alla fine lo spinge verso le ali, finalmente scorre attraverso il braccio la spalla le scapole ed è il gatto stesso che dà forma alle ali. Volano veloci attraversano vari livelli puntando verso la luce, quella più luminosa in alto ed è così che vedono una griglia sferica sull’ultimo livello, però non copre tutta la volta, c’è uno spazio al centro.

Il gatto si sta indebolendo e Daniele lo rassicura, adesso lui a proteggerlo. In quel luogo Daniele si sente il più forte, e può generare luce, le stesse ali sono di luce, allora il gatto torna verso il braccio, poiché non riesce a stare nella luce, finisce per fermarsi nella mano. E’ così che Daniele avverte che sono nuovamente due soggetti distinti, stringe la mano per proteggere il gatto dalla luce e varcano la griglia. Ancora una luce che proviene da una gigantesca sfera luminosa calda, circondata da una luce più rarefatta, più densa, quasi liquida, li inonda. Daniele si trasforma in un qualcosa che non è né uccello, né una manta, è un essere che sta a mezzo tra i due ma non lo è propriamente, è di colore rosso arancio, sull’ala sinistra c’è :una piuma nera: è il gatto.
Daniele vola nella luce attorno alla sfera, non è solo ci sono altri esseri come lui che appaiono e scompaiono pur rimanendo sempre lì. In quella luce scorge come tante finestre, che non sono fisse, si creano quando le cerca, attraverso queste vede altri luoghi della terza dimensione, uno alla volta. Quando Daniele guarda è come fosse lì, e ci guardasse attraverso, gli è possibile mettere delle maschere per farsi vedere, per essere come loro. Accade che lo riconoscono come uno sciamano, un saggio, infatti un gatto può trasformarsi, diventa simboli, immagini, segni che gli altri possono riconoscere. Daniele porta loro la conoscenza per iniziare ognuno il proprio viaggio. Daniele e il gatto non sono più separati.

martedì 11 gennaio 2011

STEFANIA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA SULLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Stefania si trova prigioniera dietro un velo/barriera, legata mani e piedi ad un muro. Tutti gli sforzi per liberarsi erano inutili. Ecco che sorge la luna e con il diffondersi della sua luce arriva l’orso. Stefania vede l’orso, si accorge guardando che c’è solo Donna Orso. Questa trancia con gli artigli il velo e Stefania cade lungo un cunicolo buio, frammentato da luci bianco- azzurro- vede. Proiettate da queste, un susseguirsi di ombre, che sono il racconto di storie. Arrivata in fondo alla caduta Donna Orso si trova davanti ad una vecchia che sorride gracchiando come un corvo. Questa le fa un cenno che Donna Orso interpreta come il permesso a proseguire, lei va ed inizia a salire oppure a scendere, non è chiara la pendenza del percorso, Stefania è certa solo che è stata fermata perché non sapeva manipolare il fuoco, però Donna Orso/Stefania ha imparato a farlo. Così prosegue anche se poco dopo viene ancora fermata per imparare ad essere acqua. Così di stella in stella Donna Orso/Stefania è diventata luce-ombra, ombra di luce fino a essere unitamente tutto.

CRISTINA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA SULLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Durante l’inizio dell’esperienza Cristina è stata una tigre che avanzava nel sottobosco, vedeva i passaggi tra le foglie con gli occhi di una tigre in esplorazione. Poi Cristina è diventata una donna nuda che danzava con una tribù. In questa fase Cristina percepiva d’essere l’osservatrice e rideva per la disinvoltura di quella donna nel mostrare il proprio corpo. Proseguendo nell’esperienza Cristina è stata un cucciolo d’uomo addormentato in una tana nel bosco. La tana e tutt’intorno era buio, il senso d’abbandono sembrava insuperabile . I suoi genitori erano andati via presto e l’avevano lasciata sola in quel buco profondo nella tana. Poi sono tornati, erano di luce, e mentre l’accompagnavano fuori dal buco e fuori dalla testa, una luce velocissima attraversava il suo corpo. Cristina ha pensato che quella luce fosse la circolazione celeste. Ecco che Cristina è uscita dal buco nero e dalla propria testa, sola. Con la guida di qualcuno, successivamente, ha vagato curiosando nello spazio ed ha tentato di toccare il sole………..
Cristina è tornata qui con la sensazione di aver esplorato l’inferno ed il paradiso.

ANTONIO RACCONTA LA SUA ESPERIENZA SULLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

La musica parte e pure la respirazione. Dopo poco, ecco che appare un’aquila. Antonio ha volato per un po’ con lei immerso nella pace e nel silenzio dell’immensità. Poi la musica ha ammaliato Antonio che ha iniziato a viaggiare nell’infinito. In un infinito di Forme colorate e diverse che apparivano e scomparivano. Ad un certo momento la musica è cambiata, così Antonio da avere la sensazione del proprio corpo freddo ha iniziato a provare caldo intenso. Sentiva muovere il proprio corpo come fosse quello di un bambino piccolo che scalcia.
Successivamente ha visto scorrere come fossero i titoli di coda di un film una serie di facce che si trasformavano.
Questa bella esperienza ha lasciato ad Antonio la sensazione di grande pace, serenità interiore insieme la percezione dell’illimitata immensità.
Si sente di affermare che questa è una Esperienza da ripetere.

giovedì 6 gennaio 2011

MARINA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA DELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

Appena Marina si è sdraiata si è sentita avvolgere completamente da un’onda calda, morbida e protettiva, dilagante amore.
Durante il kata del respiro Marina si è rilassata e la sua mente è stata meravigliosamente vuota ( questa sensazione la sta percependo sempre più spesso). All’inizio della respirazione olotropica la sua attenzione è stata impegnata nel visualizzare le tante aspettative , dopo pochi minuti però la mente si è nuovamente svuotata lasciando spazio alle emozioni che provenivano dal basso ventre sottoforma di forti vibrazioni, che espandendosi, sono arrivate ad ondate continue e impetuose sino agli occhi. Così Marina si è ritrovata in una giungla, con alberi giganteschi, fiori enormi, raggi di sole che filtravano dai rami fittissimi e un caldo-umido che ha sentito nel respiro, sulla pelle. Non stava vedendo nessuno ma percepiva la presenza costante di occhi che la osservavano, che seguivano ogni sua mossa. Marina spostava le foglie e guardava curiosa ed estasiata quel posto nuovo e meravigliosamente accogliente.
Poi andando avanti nell’esperienza, Marina si è trasformata in un’aquila reale, ha sentito nitidamente il collo riempirsi di piume bianche e ha sentito forti folate di vento che direzionavano il suo volo. Conferma che è stato fantastico. Subito dopo in modo repentino ha sentito un dolore al ventre, contrazioni e spasmi piccoli e continui, ha avvertito tante mani su di sé, di alcune ha sentito il tocco dell’ amore, di altre purtroppo no…………..In quel momento Marina ha visto arrivare sua madre che ha allontanato le mani meno piacevoli ed ha cominciato ad accarezzarla, i capelli, il collo, il viso e le spalle (Daniela, colei che l’ha assistita durante la respirazione olotropica ha confermato di aver avvertito la presenza della madre di Marina, e di aver anche lei ricevuto i sui baci e le sue carezze).
Marina è stata accompagnata da sua madre verso e nell’infinito, così si è ritrovata nel cosmo tra miliardi di stelle e davanti ai sui occhi si è aperta una galassia bianchissima, sembrava un grandissimo batuffolo di cotone, avrebbe potuto quasi toccarla da quanto le era vicina. Tutt’intorno a lei nell’ immensità del nero c’erano miliardi di puntini luminosi e brillanti. Qui ha provato una intensa sensazione di pace, leggerezza e silenzio. Il suo respiro si è fatto talmente lento da essere quasi inesistente ed è stato in quel momento che sua madre è andata via, sorridente, felice di saperla al sicuro.
Durante tutta la respirazione, Marina ha percepito il proprio corpo come muoversi in una continua espansione, dilatazione e tutto in lei ondeggiava, si sentiva cullare e coccolare. E’ stata una esperienza meravigliosa che sente essere stata l’aprirsi di una porta fondamentale per poter proseguire il proprio percorso evolutivo come Essere Divino. Grazie.

mercoledì 5 gennaio 2011

ROMINA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA DI RESPIRAZIONE OLOTROPICA

L’esperienza ha inizio per Romina quando improvvisamente sente entrare calore su per tutta la schiena, mentre la sua mano sinistra la sentiva avvolta da una forte energia e qualcuno che la stava sollevando: era la sua Madre Divina. Questa sensazione del braccio e della mano avvolta e pervasa da energia è durata lungamente insieme alla sensazione che delle piccole sfere ruotassero sopra le mie dita.
In seguito Romina si è ritrovata a galoppare con un cavallo alato, poco dopo si è resa conto che era lei stessa il cavallo alato, e che stava volando con le sue ali bianche. L’esperienza prosegue con Romina che si ritrova ad essere un vaso che accoglie l’acqua della vita, in ogni sua forma. Questo vaso fluttuava nell’acqua, si rotolava come una conchiglia, è diventato una conchiglia e questa a sua volta è diventata la base di un altare sacro. Romina era la conchiglia e l’altare sacro e poco dopo si è ritrovata ad essere sopra l’altare, come se stesse partecipando ad una cerimonia sacra. Gli angeli l’avvolgevano e le muovevano le braccia, le mani aprendole in un abbraccio. Mentre accadeva questo, ha iniziato a percepire davanti a sé un’altra persona. Quella persona era lei stessa, comunque una parte di lei. Così l’ha abbracciata ed un’intima pace, una profonda unione è entrata in Romina.